Se vuoi avviare un’attività come investigatore privato in Italia, oltre all’abilitazione e alla licenza prefettizia, è obbligatorio aprire la Partita IVA. Questa attività rientra tra quelle regolamentate, con requisiti specifici sia legali che fiscali.
Quando è obbligatoria la Partita IVA?
La Partita IVA è richiesta non appena inizi l’attività investigativa in modo professionale e continuativo. Anche se operi su incarico di un’agenzia o come collaboratore, se emetti fattura, devi avere una tua posizione fiscale attiva.
Qual è il codice ATECO corretto?
L’attività di investigatore privato rientra nel codice 80.30.00 – Servizi di investigazione privata. Questo codice è essenziale per il corretto inquadramento presso l’Agenzia delle Entrate e per la richiesta delle autorizzazioni necessarie.
Si può aderire al regime forfettario?
Sì, l’investigatore privato può scegliere il regime forfettario se:
- non supera 85.000 euro di fatturato annuo,
- non ha partecipazioni in SRL o società incompatibili,
- non opera prevalentemente per ex datori di lavoro.
Il regime forfettario consente una gestione fiscale semplificata: tassazione ridotta, niente IVA, contabilità leggera.
Quale gestione INPS si applica?
L’investigatore privato deve iscriversi alla Gestione Commercianti INPS, in quanto l’attività è considerata di tipo imprenditoriale. Ciò comporta:
- il versamento di contributi fissi trimestrali,
- una quota variabile se si supera un certo reddito.
Quali sono gli altri adempimenti richiesti?
Oltre alla Partita IVA e all’INPS, per lavorare come investigatore privato devi:
- ottenere la licenza prefettizia,
- iscriverti in Camera di Commercio,
- inviare la SCIA per l’apertura dell’attività,
- dotarti di PEC, codice SDI e sistema di fatturazione elettronica.
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