Guide Partita IVA Parrucchiere: guida completa 2025

Se stai per aprire un salone di parrucchiere o desideri offrire servizi a domicilio in modo professionale, uno dei primi passi da fare è aprire la Partita IVA. L’attività di parrucchiere è regolamentata e comporta precisi obblighi fiscali e amministrativi.

Quando è obbligatoria la Partita IVA?
La Partita IVA è necessaria non appena inizi a lavorare in modo abituale e strutturato, anche se solo su appuntamento o presso la casa del cliente. Non è possibile offrire servizi da parrucchiere usando la prestazione occasionale.

Qual è il codice ATECO per un parrucchiere?
Il codice ATECO corretto è 96.02.01 – Servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere. Include tutte le attività legate al taglio, colore, piega e trattamenti per capelli, sia per uomo che per donna.

Posso usare il regime forfettario?
Sì, se rientri nei limiti previsti (sotto gli 85.000 euro di fatturato annuo e senza altre incompatibilità), puoi aderire al regime forfettario, che offre:

  • tassazione agevolata (5% o 15%),
  • niente IVA né ritenute,
  • contabilità semplificata e adempimenti minimi.

È una formula molto adatta per chi avvia un salone da solo o lavora in proprio.

A quale gestione INPS è soggetto un parrucchiere?
Il parrucchiere è iscritto alla Gestione Artigiani INPS, con contributi fissi trimestrali indipendenti dal reddito e una parte variabile se si superano determinate soglie di guadagno. Anche con pochi clienti, i contributi vanno comunque versati.

Quali sono gli altri obblighi da rispettare?
Oltre alla Partita IVA, per lavorare come parrucchiere servono:

  • qualifica professionale ottenuta con un corso abilitante riconosciuto,
  • presentazione della SCIA al Comune per aprire un salone,
  • registrazione presso la Camera di Commercio e attivazione della posizione INAIL,
  • PEC e codice SDI per la fatturazione elettronica,
  • rispetto delle norme igienico-sanitarie, soprattutto se si opera in proprio.

Vuoi aprire un salone di parrucchiere o iniziare a lavorare in autonomia?
Ti aiutiamo a configurare tutto: Partita IVA, codice ATECO, contributi, SCIA e molto altro.

Guide Partita IVA Docente Privato: guida completa 2025

Se svolgi lezioni private, ripetizioni, corsi di formazione o attività didattiche in autonomia, potresti aver bisogno di aprire una Partita IVA da docente privato. Anche se non insegni in una scuola statale, la tua attività è considerata professionale e richiede una posizione fiscale regolare.

Quando è obbligatorio avere la Partita IVA?
La Partita IVA è necessaria quando l’attività di insegnamento diventa abituale, organizzata e ripetuta nel tempo. Non importa se insegni in presenza o online: ciò che conta è la frequenza e la struttura del servizio. Se hai più di uno studente, o insegni ogni settimana, non puoi continuare con la prestazione occasionale.

Qual è il codice ATECO corretto?
Per un docente privato che non rientra nell’ambito scolastico tradizionale, il codice ATECO più adatto è 85.59.20 – Corsi di formazione e corsi di aggiornamento professionale. Questo codice copre lezioni private, formazione online, tutoring e preparazione a test e concorsi.

Si può scegliere il regime forfettario?
Sì, molti insegnanti freelance optano per il regime forfettario, che permette:

  • tassazione al 15% (o 5% per i primi cinque anni se in possesso dei requisiti),
  • nessuna IVA da applicare sulle fatture,
  • gestione contabile semplificata e meno adempimenti.

È una soluzione vantaggiosa per chi svolge attività di insegnamento come professione principale o anche come secondo lavoro.

Quale iscrizione INPS è prevista?
Il docente privato rientra nella Gestione Separata INPS, poiché non esiste una cassa professionale specifica per chi insegna in forma autonoma. I contributi si versano in percentuale sul reddito, senza importi fissi, con aliquota attorno al 26%.

Ci sono altri adempimenti da considerare?
Oltre all’apertura della Partita IVA, il docente deve:

  • dotarsi di una PEC e ricevere un codice SDI per la fatturazione elettronica,
  • emettere fatture a norma,
  • conservare la documentazione contabile,
  • valutare eventuali requisiti per operare in ambienti formativi riconosciuti o con fondi pubblici.

Vuoi iniziare la tua attività da docente freelance in modo chiaro e in regola?
Ti aiutiamo a configurare correttamente la tua Partita IVA, scegliere il regime fiscale più adatto e avviare la tua attività formativa con sicurezza.

Guide Apertura Partita IVA in Regime Forfettario: guida completa 2025

Aprire una Partita IVA in regime forfettario è una delle scelte più comuni per chi inizia un’attività autonoma. Questo regime fiscale agevolato è pensato per chi ha volumi d’affari contenuti e vuole partire con una gestione semplice, tasse ridotte e meno burocrazia.

Chi può accedere al regime forfettario?

Nel 2025, possono aprire la Partita IVA in regime forfettario tutti coloro che:

  • non hanno superato 85.000 euro di fatturato nell’anno precedente,
  • non sono soci di SRL o società di persone,
  • non esercitano attività prevalentemente verso ex datori di lavoro,
  • rispettano determinati requisiti fiscali e previdenziali.

Il regime è adatto a professionisti, freelance, artigiani, commercianti, creativi digitali e molti altri.

Quali sono i vantaggi?

Il forfettario è pensato per rendere l’avvio di un’attività più accessibile. I principali vantaggi sono:

  • tassazione fissa al 15% (o al 5% per i primi 5 anni se ne ricorrono le condizioni),
  • niente IVA, quindi niente registri IVA o liquidazioni,
  • contabilità semplificata, senza obbligo di bilancio o libri contabili complessi,
  • nessuna ritenuta d’acconto sulle fatture emesse.

Inoltre, il calcolo del reddito imponibile si basa su un coefficiente di redditività legato al codice ATECO, e non sulle spese effettive sostenute.

Quali sono gli adempimenti da fare per l’apertura?

Per aprire una Partita IVA in forfettario servono pochi passaggi:

  1. Comunicazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate,
  2. Iscrizione alla Camera di Commercio (se sei artigiano o commerciante),
  3. Attivazione posizione INPS (Gestione separata o Commercianti/Artigiani),
  4. SCIA al Comune, se necessaria per la tua attività,
  5. Eventuali comunicazioni all’INAIL o altri enti settoriali.

Questi passaggi devono essere completati correttamente, anche se non prevedono costi fissi di apertura per i professionisti.

Quanto costa mantenere una Partita IVA in forfettario?

Oltre alla tassazione ridotta, bisogna considerare:

  • i contributi previdenziali INPS, che variano in base al tipo di attività,
  • le eventuali spese per un consulente fiscale,
  • gli obblighi di dichiarazione annuale dei redditi.

In generale, si tratta di un regime pensato per contenere i costi e facilitare l’avvio.

Vuoi aprire la tua Partita IVA in forfettario con la massima semplicità?

Ti guidiamo passo dopo passo con un servizio su misura, dalla scelta del codice ATECO alla registrazione ufficiale, senza sorprese e senza errori.

 

Ciclo attivo e ciclo passivo nella fatturazione elettronica

Fatturazione ciclo attivo e passivo: scopriamo come funziona Comprendere le differenze tra i due cicli è fondamentale per assicurarsi di rispettare gli obblighi fiscali e semplificare la gestione contabile. Il ciclo attivo si riferisce alle fatture emesse dal contribuente in regime forfettario nei confronti dei propri clienti. In questo caso, il contribuente ha l’obbligo di … Leggi tutto

COS’È IL REGIME FORFETTARIO?

Il Regime Forfettario è un regime fiscale introdotto per agevolare le persone fisiche che esercitano la propria attività in forma individuale, con un determinato volume d’affari e un reddito limitato.

Categorie FAQ