Guide Partita IVA Musicista: guida completa 2025

Se sei un musicista freelance, suoni dal vivo, collabori con band o realizzi composizioni su commissione, potresti aver bisogno di aprire la Partita IVA per lavorare in regola. Sempre più musicisti scelgono di operare da liberi professionisti per avere maggiore libertà e accesso a collaborazioni professionali.

Quando è necessario avere la Partita IVA?
La Partita IVA è obbligatoria quando l’attività musicale è svolta in modo organizzato, abituale e retribuito, anche se non è la tua unica fonte di reddito. Che tu suoni nei weekend, faccia concerti o componi musiche per spot e media, se l’attività è stabile, la Partita IVA è necessaria.

Qual è il codice ATECO corretto?
L’attività di musicista può essere inquadrata con il codice ATECO 90.01.09 – Altre rappresentazioni artistiche, che comprende anche l’attività musicale svolta in autonomia. Se offri servizi più specifici (es. composizione, produzione), possono essere valutati codici complementari.

È possibile aderire al regime forfettario?
Sì, anche i musicisti possono accedere al regime forfettario se:

  • il fatturato non supera 85.000 euro annui,
  • non si hanno partecipazioni in società incompatibili,
  • non si fattura in modo prevalente a ex datori di lavoro.

Il forfettario è particolarmente conveniente per chi inizia: tassazione agevolata (5% o 15%), niente IVA e adempimenti minimi.

Quale gestione INPS si applica?
Il musicista libero professionista rientra nella Gestione Separata INPS, a meno che non svolga anche attività imprenditoriali (come vendita di strumenti, organizzazione eventi). In quel caso potrebbe essere necessaria l’iscrizione alla Gestione Commercianti.

Altri adempimenti da considerare?
Oltre alla Partita IVA, chi lavora come musicista deve:

  • attivare una PEC e ottenere un codice SDI per la fatturazione elettronica,
  • valutare l’iscrizione alla SIAE per tutelare le proprie opere,
  • gestire correttamente i compensi, soprattutto in caso di collaborazioni artistiche o con enti pubblici,
  • dotarsi eventualmente di una copertura assicurativa per eventi live.

Vuoi lavorare come musicista freelance in modo professionale e senza errori fiscali?
Ti aiutiamo a scegliere il codice corretto, aprire la Partita IVA, gestire le fatture e rispettare ogni obbligo.

Guide Partita IVA Copywriter: guida completa 2025

Il lavoro del copywriter è sempre più richiesto: dai testi per siti web agli articoli SEO, dalle email commerciali fino ai contenuti per social media. Se svolgi questa attività in modo abituale e per più clienti, è necessario aprire la Partita IVA per operare in regola.

Quando è obbligatorio avere la Partita IVA?

Appena inizi a scrivere testi in modo continuativo e organizzato, anche solo per un paio di clienti, la prestazione occasionale non è più sufficiente. Devi aprire la Partita IVA e regolarizzare l’attività come libero professionista.

Questo vale anche se lavori da remoto o da casa: conta la frequenza e la professionalità, non il luogo da cui operi.

Qual è il codice ATECO corretto?

Per il copywriter freelance, il codice ATECO consigliato è 90.03.09 – Altre creazioni artistiche e letterarie. In alternativa, in base al tipo di contenuto, si può usare anche 70.22.09 – Altre attività di consulenza imprenditoriale (se l’attività ha carattere consulenziale più che creativo).

Scegliere il codice giusto è fondamentale per determinare il corretto inquadramento fiscale e previdenziale.

Si può usare il regime forfettario?

Sì, il regime forfettario è ideale per chi inizia come copywriter. Ti permette di:

  • applicare una tassazione ridotta (5% o 15%),
  • non versare l’IVA,
  • evitare la ritenuta d’acconto,
  • avere una contabilità semplice e pochi adempimenti.

Nel forfettario, il reddito imponibile viene calcolato applicando un coefficiente di redditività del 67%, quindi il 33% delle entrate è considerato spesa “forfettaria”.

A quale gestione INPS rientra un copywriter?

Il copywriter freelance rientra nella Gestione Separata INPS, perché non esiste una cassa professionale specifica. Qui i contributi si pagano solo sul reddito effettivo (non ci sono versamenti fissi) e vengono calcolati con un’aliquota intorno al 26% nel 2025.

Questa gestione include anche diritti a maternità, malattia e pensione (in base al reddito dichiarato annualmente).

Ci sono altri adempimenti?

Oltre all’apertura della Partita IVA, dovrai:

  • attivare una PEC e ricevere un codice SDI per la fatturazione elettronica,
  • dotarti di strumenti per gestire la contabilità base,
  • emettere fatture elettroniche in modo conforme alla normativa vigente.

Sei un copywriter freelance e vuoi lavorare in regola?

Ti aiutiamo ad aprire la Partita IVA, a scegliere il regime fiscale corretto e a impostare la tua attività in modo semplice ma professionale.

Guide Quali sono i costi per aprire una Partita IVA nel 2025?

Aprire una Partita IVA è un passo importante per chi decide di iniziare un’attività da libero professionista, artigiano, commerciante o imprenditore. Ma prima di partire, è utile sapere a cosa si va incontro dal punto di vista burocratico e amministrativo. E uno dei dubbi più comuni riguarda proprio i costi di apertura.

I costi variano in base alla tua attività

Non esiste un costo fisso per tutti: dipende dal tipo di attività che scegli di svolgere. In linea generale, le differenze principali si riscontrano tra chi apre come libero professionista e chi apre una ditta individuale.

Se sei un libero professionista e ti occupi, ad esempio, di consulenze, marketing, grafica, programmazione o professioni sanitarie, l’apertura della Partita IVA può essere molto snella e con pochissimi oneri iniziali.

Al contrario, se svolgi un’attività di tipo commerciale o artigianale – come vendite, e-commerce, servizi manuali – l’apertura prevede alcuni adempimenti aggiuntivi che possono incidere sul costo complessivo.

Cosa comprende l’apertura della Partita IVA?

Oltre alla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, possono essere necessari:

  • una casella PEC e una firma digitale,
  • l’iscrizione alla Camera di Commercio,
  • la presentazione della SCIA presso il Comune, se prevista.

Ogni passaggio richiede attenzione e in alcuni casi è necessario presentare documenti specifici o seguire una procedura online.

Ci sono costi ricorrenti da considerare?

Sì, oltre ai costi iniziali, è importante tenere conto degli adempimenti periodici. In base al regime fiscale scelto, potresti dover gestire la fatturazione elettronica, i versamenti dei contributi, le dichiarazioni annuali dei redditi e altri obblighi contabili.

Tutti questi aspetti influenzano la gestione dell’attività nel lungo periodo, quindi è fondamentale considerarli fin dall’inizio per una corretta pianificazione.

La scelta del regime fiscale incide anche sui costi

Il regime forfettario è spesso la scelta iniziale più conveniente, perché offre agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche. Tuttavia, ogni caso va valutato in base al tipo di attività e al volume d’affari previsto. Un regime errato potrebbe portare a spese o complicazioni non previste.

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