Guide Partita IVA Ingegnere: guida completa 2025

Se sei un ingegnere e vuoi esercitare la professione in modo autonomo o collaborare con studi tecnici, imprese o pubbliche amministrazioni, devi aprire una Partita IVA da libero professionista. Questo vale sia per i giovani laureati che iniziano, sia per i professionisti con anni di esperienza che scelgono di lavorare in proprio.

Quando è obbligatoria la Partita IVA?
Devi aprire la Partita IVA appena inizi a svolgere l’attività in modo abituale e retribuito, anche se ancora non sei iscritto all’albo o se collabori come esterno con altri professionisti. È un requisito necessario per emettere fatture, partecipare a gare e firmare progetti.

Qual è il codice ATECO corretto?
Il codice ATECO più utilizzato è 71.12.10 – Attività degli studi di ingegneria. Copre la maggior parte delle attività professionali dell’ingegnere, dalla progettazione alla consulenza tecnica. È fondamentale indicarlo correttamente al momento dell’apertura della Partita IVA.

Il regime forfettario è disponibile?
Sì, anche gli ingegneri possono accedere al regime forfettario se:

  • non superano gli 85.000 euro di fatturato annuo,
  • non hanno partecipazioni in SRL incompatibili,
  • non lavorano prevalentemente per ex datori di lavoro.

Il forfettario garantisce tassazione agevolata, niente IVA e contabilità semplificata, risultando molto vantaggioso soprattutto nei primi anni di attività.

Devo iscrivermi a una cassa previdenziale?
Sì. Gli ingegneri con Partita IVA devono iscriversi a Inarcassa, la cassa di previdenza degli ingegneri e architetti liberi professionisti. È obbligatoria se:

  • sei iscritto all’Ordine,
  • eserciti in autonomia,
  • non hai altri rapporti di lavoro dipendente prevalente.

In alcuni casi, se non sei iscrivibile a Inarcassa, potresti rientrare nella Gestione Separata INPS.

Ci sono altri adempimenti obbligatori?
Oltre alla Partita IVA e all’iscrizione a Inarcassa, l’ingegnere deve:

  • avere una PEC e un codice SDI per la fatturazione elettronica,
  • iscriversi all’Ordine professionale (in base alla specializzazione),
  • rispettare gli obblighi in materia di assicurazione professionale.

Vuoi avviare la tua attività da ingegnere libero professionista in modo preciso, veloce e senza rischi?
Ti guidiamo passo dopo passo, dall’apertura della Partita IVA all’iscrizione a Inarcassa e alla scelta del regime fiscale più adatto.

Guide Partita IVA Architetto: guida completa 2025

Se sei un architetto e vuoi iniziare a lavorare come libero professionista, uno dei primi passi è aprire la Partita IVA. È un requisito obbligatorio per poter emettere fatture ai clienti e operare in piena regola. Ma oltre alla Partita IVA, ci sono altri adempimenti che è importante conoscere fin da subito.

Quando va aperta la Partita IVA?

La Partita IVA va aperta quando inizi a esercitare la professione in modo autonomo. Non è necessario essere già iscritti all’albo per farlo, ma se intendi esercitare come architetto (firmare progetti, partecipare a gare, redigere pratiche edilizie), è indispensabile essere regolarmente iscritto all’Ordine Professionale.

Qual è il codice ATECO corretto?

Per l’attività professionale di architetto, il codice ATECO da utilizzare è il 71.11.00 – Attività degli studi di architettura. Questo codice identifica la tua attività presso Agenzia delle Entrate, INARCASSA, INAIL ed enti vari.

È possibile usare il regime forfettario?

Sì, anche gli architetti possono accedere al regime forfettario, se rispettano i requisiti previsti:

  • fatturato annuo inferiore a 85.000 euro,
  • nessuna partecipazione in SRL o società incompatibili,
  • attività non esercitata prevalentemente verso ex datori di lavoro.

Il forfettario permette una tassazione agevolata (dal 5% al 15%), contabilità semplificata e niente IVA o ritenute in fattura.

Serve iscriversi a Inarcassa?

Sì. Tutti gli architetti liberi professionisti con Partita IVA devono iscriversi a Inarcassa, la cassa previdenziale di categoria. È obbligatorio farlo entro 30 giorni dall’apertura dell’attività, anche se non hai ancora emesso fatture.

Chi esercita la professione in modo non esclusivo (es. anche come dipendente) può valutare l’iscrizione in deroga o, in alternativa, versare i contributi alla Gestione Separata INPS.

Quali altri adempimenti ci sono?

Oltre alla Partita IVA e all’iscrizione a Inarcassa, l’architetto deve:

  • presentare la SCIA al Comune (se prevista),
  • iscriversi alla Camera di Commercio (se svolge attività mista),
  • dotarsi di PEC, firma digitale e indirizzo elettronico SDI,
  • adeguare le proprie fatture alla normativa elettronica.

Sei un architetto e vuoi aprire la Partita IVA in modo corretto e completo?

Ti guidiamo passo passo con l’apertura, l’iscrizione a Inarcassa e la scelta del regime fiscale più adatto alla tua attività.

Guide INPS Artigiani e Commercianti: come funzionano i contributi nel 2025

Se hai aperto una Partita IVA come artigiano o commerciante, uno degli aspetti fondamentali da conoscere è la gestione dei contributi INPS. Pagare regolarmente i contributi non solo ti permette di essere in regola con il fisco, ma è anche essenziale per costruire la tua pensione futura.

Chi deve iscriversi alla gestione INPS Artigiani o Commercianti?

L’iscrizione è obbligatoria per tutte le Partite IVA che svolgono attività artigianali o commerciali in modo abituale. Alcuni esempi:

  • Artigiani: idraulici, elettricisti, sarti, parrucchieri, estetiste
  • Commercianti: negozianti, ristoratori, venditori online, e-commerce manager

Appena attivi la Partita IVA e completi l’iscrizione alla Camera di Commercio, vieni automaticamente iscritto alla gestione INPS corretta.

Come sono strutturati i contributi nel 2025?

Il sistema contributivo è composto da due parti:

  • Contributi fissi, da versare ogni anno indipendentemente dal reddito. Questi vengono suddivisi in quattro rate trimestrali, con importi stabiliti dall’INPS.
  • Contributi variabili, calcolati solo sul reddito che eccede una soglia minima (ad esempio, 18.415 euro). Su questa eccedenza si applica un’aliquota percentuale (circa il 24%).

Questa struttura consente una certa equità: chi guadagna di più contribuisce di più, chi ha un reddito basso resta su livelli minimi.

Quali sono le scadenze?

I contributi fissi vengono versati in quattro rate:

  • 16 maggio
  • 20 agosto
  • 16 novembre
  • 16 febbraio dell’anno successivo

I contributi sul reddito eccedente, invece, si versano entro il 30 giugno dell’anno successivo alla dichiarazione dei redditi.

Esistono agevolazioni?

Sì. Se operi in regime forfettario, puoi richiedere una riduzione del 35% sui contributi INPS. Questa riduzione si applica sia ai contributi fissi che a quelli variabili, ma comporta anche una riduzione proporzionale dei contributi ai fini pensionistici.

È importante valutare attentamente vantaggi e svantaggi prima di aderire a questa agevolazione.

Cosa succede se non versi i contributi?

Il mancato versamento comporta:

  • l’applicazione di sanzioni e interessi,
  • la perdita della regolarità contributiva (DURC negativo),
  • problemi per la pensione futura,
  • possibili azioni di recupero da parte dell’INPS.

Per evitare queste conseguenze, è fondamentale pianificare i pagamenti e monitorare la propria posizione contributiva con regolarità.

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Con il nostro supporto puoi monitorare le scadenze, ottimizzare i versamenti e valutare le agevolazioni disponibili, senza stress e senza errori.

Emissione fattura elettronica verso cliente estero: la guida

Emissione fattura elettronica verso cliente estero: la normativa L’obbligo di fatturazione elettronica è stato introdotto in Italia con l’obiettivo di eliminare la fattura cartacea e favorire la trasmissione digitale delle informazioni fiscali. I contribuenti che operano nel regime forfettario non sono esenti da questa normativa, e pertanto devono adeguarsi alle nuove regole. Ad esempio, se … Leggi tutto